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Addio a Paolo Scaramelli

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  • Addio a Paolo Scaramelli

    Scaramelli, l’angelo custode di Gilles che vide piangere Ferrari

    di Umberto Zapelloni


    http://topspeed.gazzetta.it/2016/11/...ve-scaramelli/

    L’altra sera, mentre era a cena con un gruppo di vecchi amici tra i quali Leo Turrini, Paolo Scaramelli ha chiuso gli occhi e se ne è andato, portato via da un attacco cardiaco. Paolino ha trascorso la sua intera vita lavorativa in Ferrari. Entrato nel 1970, dal 1974 ha seguito la squadra di F1 rimanendovi fino al 1988, con Alboreto. Nel 1993 era poi passato al reparto prove dove è rimasto fino alla pensione nel 2000. Per poi dedicarsi all’assistenza dei malati.

    Paolo Scaramelli



    Paolino Scaramelli lo avevo conosciuto in fotografia. Ero quell’uomo sempre accanto a Gilles, il suo angelo custode. Poi, quando cominciai a frequentare i Gran Premi nella seconda metà degli anni Ottanta, lo conobbi anche di persona perché a quei tempi la Formula 1 permetteva più contatti, più incontri. Ai box, o in aereo o addirittura a passeggio in qualche rara pausa oltre oceano quando si arrivava prima sul luogo dei Gp. Era un meccanico storico della Rossa. Uno che era stato testimone della storia. E gli piaceva pure raccontarla senza scadere mai nel pettegolezzo. Aiutava a capire. Come Pietro Corradini. Come Umberto Boni. Come Pasticcino. Pezzi di storia.
    Qualche ricordo pescato nella memoria giusto per ricordare un grande uomo della Rossa. E mi spiace che fino ad ora sul sito ufficiale della Ferrari non ci sia una riga per lui:
    Ho lavorato ai box con tanti piloti, praticamente fino all’epoca Schumacher li ho visti tutti, li ho conosciuti tutti. Gilles è stato il migliore, il più grande. E’ vero che ha vinto poco, anche meno di suo figlio Jacques, lo so che non ha conquistato il titolo di campione del mondo. Ma Villeneuve era di un’altra categoria
    Lauda è stato il primo a creare una squadra con la sua intelligenza. Alboreto è stato un signore. Prost era un fenomeno, peccato non averli dato tempo. Schumacher vive con la macchina un rapporto di tipo scientifico, era quasi un marziano. Ma Gilles….
    Ricordo il primo incontro con lui…Abbiamo ricevuto questo omino, a Fiorano, dove ha provato per due giorni.Ci ha subito stupito quando gli abbiamo dovuto cambiare i freni: perché con Lauda eravamo abituati a un pilota diverso, che finiva un Gran Premio con i freni che sembravano ancora nuovi. Lui i freni li ha fatti fuori in pochi giri e li abbiamo dovuti sostituire subito. Non sapevamo come avrebbe potuto fare un Gran Premio intero.
    Era sempre lì con Tomaini che parlava di velocità; la sua unica parola era velocità, la diceva venti volte in un discorso, perché lui amava la velocità, e questo lo ha dimostrato.
    Ormai la vita di Villeneuve era entrata dentro di noi, lui si affidava a noi, perché a noi meccanici bisogna dare fiducia per quello che facciamo. Avevamo sempre dei tempi ristretti e dovevamo fare in fretta, e con tempi sempre così concitati giocoforza il pilota doveva fidarsi del meccanico. Noi siamo riusciti a guadagnare la fiducia di questi uomini che rischiavano tutto, rischiavano la vita, e questa era una gran soddisfazione per noi.
    Il difetto di Gilles Villeneuve era che non accettava il limite della vettura: lo doveva sempre superare. Se arrivava dietro era perché era la macchina a non poter dare di più, lui l’aveva sicuramente “spremuta” interamente. Quando arrivava la macchina di Gilles alla fine del Gran Premio c’era sempre da lavorare: cambiare qualcosa, sostituire pezzi. Gilles tirava fuori tutto quello che c’era da tirare fuori dalla macchina.
    Villeneuve dopo quanto era accaduto a Imola era ossessionato da Pironi. Non gli parlava più,non lo salutava più, nel nostro box a Zolder c’era un clima terrificante. Me lo ricordo, quel sabato. Le prove. Gilles faceva il suo giro, rientrava, non usciva dall’abitacolo. Mi aveva detto:tu fammi solo sapere il tempo di Pironi.Se il francese faceva meglio di lui, Villeneuve tornava immediatamente in pista
    L’ultimo sguardo di Gilles fu dolcissi*mo. Aveva la visiera sollevata, aspettava il mio via per rientrare in pista, gli feci segno. Era il momen*to. Partì. Mi chiedo ancor oggi co*me sarebbe andata se avessi atteso qualche istante a dargli l’ok o se avessi fatto più in fretta, regalan*dogli secondi preziosi…
    Nel 1979, quando arrivammo al Mondiale con Jody, Gilles andava più forte. Avesse dato battaglia, l’avrebbe spuntata. Ma Scheckter era il predestinato, il Vecchio lo aveva inseguito per due anni. Era quello che doveva vincere. A Villeneuve dissero: fai il bravo, aspetta, il futuro è tuo. Lui era un ragazzo buonissimo, non ci fu nemmeno bisogno di fargli pressione. Ma il suo momento non arrivò mai…
    Eravamo una fami*glia e lui e sua *moglie Joanna a vol*te per gli impegni del Gp mi affida*vano i figli e io li tenevo nel box mentre lavoravamo, mettevo Jac*ques nell’abitacolo e via… ricordo che Gilles mi diceva: Paolo, sull’eli*cottero la valigia non ci sta, me la porti tu a casa? A Zolder mi rimase solo la valigia…
    Io rientrai da Zolder, dopo la tragedia. Era notte. Sistemai degli attrezzi ed ero pronto,distrutto,per tornare a casa, dalla mia famiglia. Ma mi fermarono in portineria: aspetta, il Vecchio è ancora in ufficio, ha bisogno…entrai nella stanza. Ferrari era seduto dietro la scrivania. Mi disse, in dialetto modenese: adesso raccontami quello che è successo sabato a Zolder, senza omettere nemmeno un particolare… fu allora, che lo vidi. Per la prima volta, davanti a me che raccontavo, Ferrari piangeva. In silenzio, piangeva…eravamo noi due. Non stava fingendo. Piangeva. Mi disse: non dirlo mai in giro. Non l’ho mai detto. Fino a che un giorno non lo raccontò a Leo.
    Ferrari non veniva alle gare, ma la sua presenza si sentiva anche dall’altra parte del mondo. Le sue telefonate erano attese, temute



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    Addio a Paolo Scaramelli, il meccanico di Gilles


    http://www.corrieredellosport.it/new...ico_di_gilles/

    E’ scomparso uno dei capomeccanici storici della Scuderia Ferrari: vinse il mondiale con Scheckter e visse gli ultimi giorni di Villeneuve

    ROMA - L’ultimo omaggio a “Paolino” nel maggio 2012, quando Jacques Villeneuve girò a Fiorano con la “sua” Ferrari T4. O meglio quella del padre Gilles, di cui Paolo Scaramelli visse gli ultimi giorni. Toccò a lui andare Enzo Ferrari dopo Zolder, per raccontare al Vecchio com’era morto il grande pilota canadese.
    Ora anche Scaramelli non c’è più. Come Enzo, come Gilles: se n’è andato un altro pezzo della Scuderia Ferrari che fu. E’ scomparso ieri sera, portato via da un attacco cardiaco, dopo una cena con l’amico giornalista Leo Turrini. Era stato uno dei più valenti capomeccanici di Maranello e prima di lavorare con Villeneuve aveva contribuito alle vittorie di Scheckter, il sudafricano campione del mondo 1979, e prima ancora ai successi di Niki Lauda, arrivando fino all’era Schumacher.

  • #2
    RIP Paolo.

    Qualcuno del Forum lo conosceva personalmente?

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    • #3
      R.I.P.
      Uomini di altri tempi.........
      Le persone non fanno viaggi,sono i viaggi che fanno le persone.Il viaggio non solo allarga la mente:le dà forma.

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      • #4
        Sono davvero dispiaciutissimo....lo avevo visto al Tribute per Villeneuve dove gentimente mi autografo' il libro Gilles Vivo...e lo rividi un anno fa al Minardi day......era una persona molto riservata che non si vantava di nulla e quasi raccontava di Villeneuve con pudore. Un Signore...una figura della Ferrari che non esiste piu'....quella stessa che ha dimenticato Villeneuve a Imola nel 2015...come faceva notare Zermiani. RIP
        Enrico

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        • #5
          ​Lo ricordo alle cene di Stefano...vicino all'amico Dino....belle persone.....
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